Cappe Chimiche da Laboratorio: Attività Periodiche da eseguire

Cappe Chimiche

Cappe Chimiche da Laboratorio: Attività Periodiche da eseguire

Parliamo di Cappe Chimiche da Laboratorio Analisi ed in particolare di cosa sono e quali sono le Attività Periodiche da eseguire previste da leggi e normative ben precise.

Ci siamo occupati in altri articoli di Verifiche di Sicurezza Elettrica su strumentazione IVD (art. 1 e art. 2) e delle leggi e normative che ne regolamentano l’obbligatorietà e la periodicità.

In questo articolo passiamo invece ad un altro aspetto delicato ed importante, perché garantisce anch’esso la sicurezza di tutti gli operatori del laboratorio, poiché parleremo di un dispositivo di protezione collettiva.

 

Tipi di Cappe da Laboratorio

Iniziamo a chiarire che le cappe da laboratorio, in base allo scopo e all’utilizzo che andranno a svolgere in laboratorio, hanno tipologie costruttive diverse.

Principalmente le cappe da laboratorio sono di 3 tipi: Cappe Chimiche, Cappe a Flusso Laminare e Cappe Biohazard. In questo articolo ci occupiamo del primo tipo, le chimiche, analizzeremo gli altri 2 tipi nel prossimo articolo.

Le Cappe Chimiche hanno la funzione di filtrare gli aerosol sprigionati dalle sostanze chimiche che vengono utilizzate e lavorate, al fine di ottenere la protezione degli operatori dal rischio di inalare vapori e gas tossici, nocivi o cancerogeni.

Generalmente sono formate da una cabina con un piano di lavoro accessibile tramite un pannello di vetro frontale, che ha la possibilità di essere alzato meccanicamente o tramite un motore e che permette di inserire i prodotti e far accedere le mani degli operatori che li lavoreranno. Inoltre un elettroaspiratore genera un flusso d’aria dall’esterno all’interno della cabina (attraverso l’apertura frontale) ed una o più stazioni filtranti a carboni attivi trattengono le particelle dai prodotti in modo da poter espellere l’aria purificata da eventuali elementi dannosi per gli operatori o per l’ambiente.

 

Cappe Chimiche

In base al tipo di espulsione, le Cappe Chimiche si dividono in Cappe Canalizzate all’Esterno o Convenzionali (che hanno una canalizzazione dell’espulsione all’esterno dei locali ed hanno al termine del canale di scarico il potere di aspirazione e la stazione filtrante) e Cappe a Ricircolo o Non Convenzionali (munite di elettroaspiratore e stazione filtrante), che sono quelle maggiormente utilizzate nei laboratori analisi.

In base poi alle sostanze che vengono trattate sotto cappa dagli operatori, i filtri vengono scelti con tipi di carbone differenti ed in particolare in grado di abbattere rispettivamente vapori organici, acidi, di formaldeide, di ammoniaca oppure radioattivi.

 

Attività Periodiche da eseguire

La Legge 81/08, il Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro, impone al datore di lavoro di provvedere ad eseguire o fare eseguire determinate verifiche e manutenzioni periodiche sulle strumentazioni, al fine di garantire le condizioni di sicurezza degli operatori. La norma che fissa i requisiti di sicurezza e prestazione delle Cappe Chimiche è la UNI EN 14175 ed è anche alla base del  manuale UNICHIM che fornisce esaustive linee guida operative per le attività da eseguire periodicamente sulle Cappe Chimiche.

Queste sono essenzialmente di 2 tipi:

  1. A carico dell’utilizzatore: controllo del corretto funzionamento e stabilità del vetro frontale, controllo del normale funzionamento dell’elettroaspiratore e di altri eventuali accessori come prese elettriche, lampade neon, lampade UV, eventuali allarmi; inoltre la pulizia quotidiana dell’area di lavoro per rimuovere gli eventuali schizzi o depositi di sostanze.
  2. A carico di personale esperto (assistenza tecnica): almeno una volta all’anno, controllo della velocità del flusso d’aria che viene aspirato dall’apertura frontale (velocità di barriera) secondo la norma EN 14175-3 e UNICHIM 192/3 e il controllo visivo della direzione del flusso d’aria aspirato dalla barriera frontale, attraverso l’uso di un generatore di fumo (smoke test). Inoltre, va verificato che l’elettroaspiratore non presenti difetti e, in caso di Cappa Canalizzata all’Esterno, che i condotti di espulsione siano integri.

 

Linee guida sulle tempistiche di sostituzione dei Filtri

Un aspetto importante è il fatto che i test eseguiti dall’Assistenza Tecnica certificano il fatto che la Cappa stia creando un flusso d’aria tale per cui sia garantita la protezione degli operatori da eventuali fuoriuscite di aerosol dall’apertura frontale e che i filtri non siano otturati, ma non ci dice se i i carboni attivi si siano in realtà esauriti e vada comunque sostituito il filtro in quanto la capacità di trattenimento delle sostanze nocive non è più efficace.

Per questo motivo ci sono delle linee guida dei produttori dei filtri che concordano sul fatto che i filtri a carbone attivo vadano sostituiti ogni 1500/1600 ore di lavoro o massimo un anno e i prefiltri ogni 500 ore di lavoro o massimo un anno. Ci sono anche altre variabili che potrebbero portare a dover cambiare i filtri a carbone prima di un anno o delle 1500 ore, ma in linea di massima, il consiglio è di non superare mai queste tempistiche indicate, poiché la Cappa Chimica è un dispositivo di protezione collettiva efficace solo se lavora nelle condizioni idonee, altrimenti la sua utilità viene completamente meno e diventa un semplice, ma ingombrante banco di lavoro.

 

Con questo articolo abbiamo introdotto l’argomento delicato della Sicurezza sul Lavoro per quanto riguarda le Cappe Chimiche da Laboratorio, sperando di aver fatto chiarezza su ciò che spetta fare ai responsabili dei laboratori analisi.

Nel prossimo articolo analizzaremo le Cappe a Flusso Laminare e le Biohazard, in modo da avere ben chiare le differenze e conoscere le attività periodiche da eseguire anche su di esse.

 

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